lunedì 10 agosto 2009

Salve a tutti!

ho intenzione di raccontarvi una storia…sedetevi sul letto, abbracciate il vostro peluche preferito e sistemate i cuscini. Pronti?VIA!

C’era una volta una ragazza di diciassette anni che, non avendo praticamente nulla da fare durante l’intero mese di Luglio, decise di iscriversi al concorso offerto dalla sua scuola per ottenere una “borsa di lavoro”. Vinta la “battaglia”grazie alla media scolastica(7.53), aspettò impazientemente il primo giorno di lavoro, con entusiasmo e un completo nuovo(maglietta H&M e pantaloncini Bershka)…e quello, infine, arrivò.

Ore 8.30 Agenzia di Viaggi “Pomodoro Viaggi”. Apre la porta tutta sorridente, strafelice di lavorare in un posto tanto colorato e allegro. L’agente di viaggi la guarda sorridente e incuriosita. “Sono la nuova stagista”annuncia Alice. “Noi noi abbiamo fatto domanda per nessuna stagista”le risponde, indicandole invece, l’edifico al di là della strada. “Prova a chiedere laggiù”.

Eccola lì la giovane ingenua, convinta di lavorare in un’agenzia di viaggi, finita invece ad imbustare decine di migliaia di lettere, spuntare fornitori e clienti, chiamare mezza Italia soltanto per partite IVA, correre tra pesanti pacchi da consegnare in agenzia(la stessa per la quale aveva pernsato di lavorare in origine!)e bonifici per la banca. Schiavismo assoluto, insomma!

“Ma chi me l’ha fatto fare?”sembra il nuovo tormentone estivo che le ronza nelle orecchie ora.

Dopo l’ennesima consegna in banca(unico posto “neutro”), tornando in ufficio, Alice viene fermata dalla capa, la stessa donna che l’aveva accolta a braccia aperte e con un gentile sorriso stampato in volto(forse un pò troppo tirato, comprese successivamente Alice), e che ora la guardava…o meglio dire, la squadrava!

Dieci secondi dopo, un cappuccino in mano e il morale sotto le suole delle gladiators, riprende a lavorare, sempre meno motivata di prima. La ramanzina riguardava la flessibilità degli orari di lavoro. Flessibilità che LEI stessa le aveva assicurato e garantito. E successivamente la sua superiore, l’amministratore delegato, le aveva fatto presente che tanta flessibilità per una stagista non era prevista da legge o, dio non voglia, dalla legge della giungla.

Perchè è proprio di questo che si tratta: una giungla abitata da tante diverse specie di donne-animale, in lotta per la sopravvivenza lavorativa e spirituale. C’è la viscida serpentona, che compie tutti i suoi doveri in modo più o meno onesto,e che a fine mese rende conto al grande capo(la perfida tigre)presentando il suo lavoro nel modo più ruffiano possibile. Di grado superiore è la formica rossa, che per carità, lavora e fatica, ma sfruttando i colleghi e le stagiste(le innocenti colombe banche). in seguito si arriva alla grossa elefantessa, quella che è piena di conoscenze ed informazioni, ma che perde punti poichè non ha la minima capacità di relazionare con gli altri(nè, sospetto, con sè stessa!) e che sfoga tutta la rabbia sulla pausa pranzo(e i risultati sono immediatamente evidenti!). Al penultimo posto della scala, incontriamo la gorilla voltafaccia, colei che prima ti sorride e ti accoglie sotto la sua protezione(ma attenzione a non illudersi, il suo aiuto èmomentaneo!)e pochi minuti dopo di pugnala alle spalle senza pietà(affibiandoti compiti ingrati e per niente gratificanti). Infine, eccola lì che avanza fiera e orgogliosa, testa alta, tacco dodici e abbronzatura da centro estetico. Super truccata e ipocrita: eccola qui la nostra tigre. In ufficio, tutti salutano la povera colomba con un semplice “Ciao”, ma lei no. LEI pretende il “Buongiorno” perchè non sia mai che la stagista(serva d’ultimo livello)possa essere alla sua altezza!Ci mancherebbe solo l’inchino, pensa Alice allo scoccare dell’1.30, mentre saluta la tigre con sguardo sottomesso e si avvicina alle scale che la portano fuori da quel maledetto inferno.

“Meno sedici”conclude inforcando i Rayban. “E poi sono in vacanza!”

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