lunedì 10 agosto 2009

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A Sophie Volland, luglio 1759

Non posso lasciare questo luogo senza prima dirvi qualche parola. E così, mia diletta, vi aspettate molto da me. La vostra felicità e perfino la vostra vita dipendono, a quanto dite, dall’eternità del mio amore!

Non avete nulla da temere, mia cara Sophie; il mio sentimento persisterà e voi vivrete e sarete felice. Non ho mai comemsso un crimine finora e non intendo cominciare adesso. Sono completamente vostro, siete tutto per me; ci sosterremo a vicenda in ogni avversità che il destino vorrà infliggerci; lenirete le mie pene e io vi conforterò nelle vostre. Che possa sempre vedervi come siete in questo momento! In quanto a me, dovete ammettere che sono esattamente com’ero il primo girono che mia vete incontrato.

Il merito non è mio, ma dirvelo è un dovere che ho verso me stesso. E’ un effetto delle belle qualità che avverto più vividamente ogni giorno che passa. Siate certa della mia fedeltà verso le vostre e del mio apprezzamento. Nessuna passione è mai stata sostenuta dalla ragione quanto la mia. Non è forse vero, mia cara Sophie, che siete tanto amabile? Analizzate voi stessa e capirete quanto siete degna di essere amata; e sappiate che vi amo moltissimo. Questa è l’immutabile condizione dei miei sentimenti.

Buonanotte, mia cara Sophie. Sono quanto più felice un uomo possa essere nel sapere che è amato dalla migliore delle donne.

Denis Diderot


Ad Anna Bolena

Mia amata e amica,

il mio cuore e io ci rimettiamo nelle tue mani e supplichiamo di essere accolti nelle tue grazie, con la speranza che la distanza non possa diminuire il tuo affetto verso di noi, perchè ciò accrescerebbe il nostro dolore e sarebbe un gran peccato, dal momento che la tua assenza già ne provoca abbastanza, molto più di quanto abbia mai pensato di poter sentire. Questo richiama alla mia mente un evento astronomico, ovvero che più i poli sono lontani dal sole e più, ciò malgrado, il calore è intenso. Parimenti accade al nostro amore; l’assenza ha posto una distanza tra noi, eppure l’ardore aumenta, almeno da parte mia. Spero sia lo stesso per te e ti assicuro che nel mio caso il tormento dell’essenza è così grande che sarebbe intollerabile se non fosse per la salda speranza del tuo indissolubile affetto per me. Per rammentarmene e perchè non posso essere di persona in tutta presenza, ti mando la cosa che più vi si avvicina, ovvero il mio ritratto inserito in un bracciale, un oggetto che già conosci, desideranddo di essere al suo posto quando ti diletterà.

Dalla mano del tuo servitore e amico,

H.R.


Alla contessina Maria Gioseffa Torrès,

Gorizia, 26 novembre 1773


Signorina,

ci fu un tempo nel quale godevo le vostre buone grazie senza aver fatto nulla per meritarmele; ora tutto ciò è finito: ho perso senza motivo un bene del quale mi ero appropriato senza diritto. Quando mi onoravate della vostra approvazione, vi ero molto riconoscente perchè sentivo che era una grazia tutto ciò che mi veniva da voi. Attualmente mi vedo caduto in disgrazia e non posso lagnarmi della mia cattiva sorte. Voi avete fatto un tentativo a mie spese, rischiando molto, perchè, se avessi saputo approfittarne, sareste rimasta legata. Dovete ringraziarmi, Signorina, di esservi dispiaciuto, perchè in fondo io sono un briccone. Senza malizia e con la sincerità che mi vanto di avere, debbo tuttavia farvi una confessione. L’ultima volta che ho avuto l’onore di vedervi mi avete trattato con una specie di disprezzo; il disprezzo spaice persino ai filosifi, Signorina, e i disprezzati sono tentati di vendicarsi.

Questo a me non capita; un raddoppiamento di rispetto è la vendetta che io scelgo, è il giuramento che vi faccio di dimenticare per sempre la troppo debole ragione che mi ha cacciato dal vostro animo. Il mio amor proprio mi obbliga tuttavia ad avvertirvi ch il mio errore non è stato frutto d’ignoranza.

In tutto ciò che intraprendo, cerco con arte il rovescio, e la riuscita.

A dispetto della mai sorte regolo la mia condotta.

Non concedo nulla al caso.

Per chi amo il mio cuore non è mai un abisso.

A chi amo ne apro sempre i tesori.

In grazia delle mia cure, a premio dei miei sforzi, trascuro l’amore e cerco solo la stima.

Ho l’onore di essere con rispettosi sentimenti e la sottomissione che vi è dovuta.

Antonio Casanova


Buon giorno, 7 luglio

a letto i miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri - posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a ca-sa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti - purtroppo così deve essere - ti rassegnerai, tanto più co-noscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai - mai - O Dio perché doversi allontanare dall’oggetto di tan-to amore, la mia vita a V. è ora miserevole - il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini - alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse - ma è ciò possibile nella no-stra situazione? - Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i gior-ni - quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto - sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il no-stro scopo di vivere insieme - sii calma - amami - oggi - ieri - Quanta nostalgia, quanto rimpianto di te - di te - dite - mia vita - mio tutto - addio - ti prego continua ad amarmi - non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato

L. (Ludwig van Beethoven)

Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri


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